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Incontro “La Scelta dell’Inclusività come Avanguardia di una Nuova Scuola”

Incontro con il Prof. Zanardi, psicoterapeuta e Neuropsicologo che da anni si occupa di bambini DSA.

Incontro “La Scelta dell’Inclusività come Avanguardia di una Nuova Scuola”

Venerdì 5 maggio,  dalle ore 16.45 alle 18.30. Sala San Carlo, ingresso da via M. d’oggiono, parcheggio interno.

Tutti gli alunni possono manifestare Bisogni Educativi Speciali per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici e sociali ai quali è necessario che la scuola offra adeguata e personalizzata risposta. Da qui la necessità di ri-descrivere il concetto di apprendimento. E’ ormai chiaro che ogni persona non apprenda allo stesso modo, pertanto la vera inclusività deve vedere nell’alunno un potenziale da scoprire rendendo il bambino consapevole delle proprie strategie cognitive.
Essere integrati/inclusi in un contesto, significa fare esperienze che attivino apprendimenti attraverso l’ambiente e gli altri, condividendo obiettivi e strategie di lavoro. Tale integrazione non può essere lasciata alla casualità o all’iniziativa del singolo, ma deve divenire un processo comune e condiviso.
La formazione è a cura di Gabriele Zanardi, psicoterapeuta e Neuropsicologo che da anni si occupa di bambini DSA promuovendo una didattica inclusiva e collaborativa grazie a metodologie specifiche, che aiutino lo studente a sviluppare metodo di studio e a costruire competenze.

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Nell’ultimo decennio abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione concettuale e culturale che ha letteralmente “investito” la scuola e le sue funzioni, chiedendo rapidi adeguamenti, modificazioni procedurali e tecniche, non sempre chiare e condivise. I concetti di apprendimento, di didattica, di classe e di insegnamento, sono stati modificati non solo nella semantica ma in particolare nella ricaduta operativa e quotidiana della vita scolastica; prima i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e, a seguire, i Bisogni Educativi Speciali (BES), hanno posto una lente di ingrandimento su quei fenomeni comportamentali e relazionali, da sempre osservati tra i banchi, ma mai come oggi, così finemente e attentamente analizzati e classificati.

Tutto questo rappresenta realmente una modificazione necessaria e qualificante il sistema scolastico?
Esistono reali modelli e metodologie che possano migliorare e qualificare l’apprendimento risultando investimenti significativi in termini di risorse umane e strategiche, oppure rischiano di essere solo “scatole” diverse per raccontare sempre le stesse vicende fatte di alunni, tabelline, temi, fatiche e frustrazioni?