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Il diario della quarantena

Lecco, Collegio Arcivescovile Volta

Il diario della quarantena

In queste settimane di quarantena gli alunni del Collegio hanno affidato i pensieri ed emozioni alle parole

Come stanno affrontando questo difficile periodo i ragazzi del Collegio A. Volta? Alcuni di loro hanno deciso di affidare pensieri, emozioni, difficoltà ma sopratutto speranze alle parole, condividendole con tutti noi, con l’augurio di tornare alla normalità il prima possibile, lasciando alle spalle, ma senza dimenticare, questi ultimi mesi.

Pietro Vannini 2a A - Scuola Secondaria di Primo Grado | ``La mia quarantena``

Uffa! Non ne posso più di stare in casa!
Voglio correre inseguendo il vento, il mio cane, una farfalla… solo adesso ho scoperto quanto sia bello fare queste cose!
Si ok, forse in questo periodo è giusto rintanarsi per non diventare infetti, ma così rischiamo di prendere una malattia alquanto grave, chiamata solitudine.
Ora capisco quanto sia divertente andare a scuola, anche se alcune volte è noioso o molto stancante; è molto spassoso giocare assieme ai compagni, parlare, riposare… certo, però, se queste cose vengono fatte ad un centimetro di distanza dallo schermo del computer e a 10 chilometri dalle persone non è proprio uguale…
Io non mollo, gioco a carte con i miei nonni, costruisco i “Lego”, esco fuori a giocare a calcio o a fare una “passeggiata” girando intorno alla casa… sognando di tornare a casa mia…
Ma come? Se sei chiuso in casa da quasi un mese???
Io no… sono dai miei nonni, vedo i miei genitori in videochiamata la sera, perché sì, anche loro sono in prima linea a combattere contro un nemico non visibile e non riconoscibile, non c’è ancora un’ arma che può sconfiggerlo, ma sono certo e spero che riusciremo a trovarla…
I miei genitori, come molti altri soldati, sono nelle retrovie di un campo di battaglia, sono in farmacia, e… loro rischiano di rimanere feriti, come molti, per tutti noi!
Per questo dobbiamo essere responsabili e rimanere in casa.
#iorestoacasa, perché in questo momento penso solo a loro, spero vivamente di rivederli presto. Quando vinceremo anche questa battaglia forse loro come molti altri verranno ricordati per il loro impegno e per il sacrificio che hanno fatto in questo periodo, ma ancora di più si ricorderanno i caduti in guerra colpiti da schegge di bombe ancora incognite…
Ora stiamo cercando di proteggerci trovando una difesa, uno scudo, probabilmente chiamato “vaccino”.

Martina Colombo | ``29/03/2020``

Caro diario,

oggi ti vorrei raccontare della mia ultima uscita da casa prima che il governo lo limitasse a sole questioni di emergenza, di lavoro o per fare la spesa.

Con la mia famiglia sono andata a fare una passeggiata sulla montagna dietro casa nostra, siamo partiti da Malgrate e siamo arrivati fino a Galbiate.

Mentre camminavamo abbiamo notato che le prime Primule erano già spuntate e sentivamo pure il profumo delle Violette sparse vicino agli alberi; gli alberi erano ancora spogli, ma le foglie distese sul sentiero formavano un soffice tappeto tutto marrone, giallo, arancione e rosso.

Il sentiero e il bosco erano puliti perché la gente non andava in giro e l’aria non era inquinata grazie alle macchine che non c’erano, si sentivano solo gli uccellini che cantavano in una splendida giornata di sole.

Arrivati a Galbiate ci siamo fermati per fare merenda vicino ad una casetta con davanti l’orto e un albero robusto dove io e mia sorella ci siamo arrampicate. Non mi dimenticherò mai di questa uscita e della sensazione di camminare e correre in libertà nel bosco…ormai sono 3 settimane che siamo obbligati a stare in casa!

Non vedo l’ora che tutto torni alla normalità!