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Maturità a.s. 2019/20: intervista al Rettore

Lecco, Collegio Arcivescovile Volta

Maturità a.s. 2019/20: intervista al Rettore

Gli Esami di Stato a.s. 2019/2020 nelle parole del Rettore Don Gabriele Gioia 

Al termine degli esami di Stato a.s. 2019/2020 abbiamo posto al Rettore tre domande per scoprire come si è svolta questa maturità diversa ed unica nel suo genere.

IN RELAZIONE AL CONTESTO IN CUI SI SONO DOVUTI PREPARARE, QUAL È STATO IL LIVELLO DI PREPARAZIONE GENERALE DEI RAGAZZI?

Dobbiamo essere molto realistici. La situazione che si è creata è stata inattesa e, nel suo genere, unica. Ha comportato criticità, ma anche opportunità e, forse, anche qualche vantaggio. Partendo da quest’ultimo aspetto: affrontare una prova come la maturità con la sicurezza pressoché totale di essere comunque ammessi e comunque “promossi”, usando un linguaggio antico, è stato un bel vantaggio almeno dal punto di vista psicologico. Mi domando se mettere a proprio agio lo studente affinché possa esprimere il meglio di sé non sia un guadagno che possa essere conservato in qualche modo anche dopo la fase pandemica. Questo non toglie nulla a quella tensione, che in tanti casi può diventare anche ansia da prestazione, che può avere animato lo spirito col quale i singoli candidati hanno sperimentato la preparazione immediata e il colloquio in presenza. Devo aggiungere, per la situazione del Collegio Volta, che l’ottimo lavoro svolto dai docenti anche in didattica a distanza e la buona risposta avuta dagli studenti alle proposte dei primi, ha facilitato un approccio positivo al colloquio d’esame, con una commissione esaminatrice che, a partire dal presidente esterno, ha saputi valorizzare l’esperienza umana vissuta in questi mesi dai nostri alunni.

LE VALUTAZIONI FINALI HANNO RISPETTATO LE ASPETTATIVE?

Quest’anno avevamo 19 candidati e tra questi ben 3 studenti hanno raggiunto il 100, il massimo della valutazione. Devo aggiungere che ben altri 8 studenti si sono posizionati tra il 90 e il 99, quindi possiamo essere orgogliosi di un eccellente risultato. Mi permetto però di esprimere due considerazioni. La prima riguarda la presenza di risultati inferiori, anche molto inferiori. Questo mi sembra deporre a favore della serietà della commissione esaminatrice e dell’obiettività di valutazione. Spesso, infatti, si guarda con pregiudizio alle scuole paritarie, giudicandole come dispensatrici di facili e generose valutazioni, ma la presenza di uno spettro ampio e completo di valutazione smentisce l’assunto. La seconda considerazione è quella che mi interessa maggiormente: la valutazione tradotta in voto di una prova d’esame è sempre un po’ fasulla, se posso esprimermi in questo modo e mi spiego. Tanti fattori entrano in gioco che possono facilitare e penalizzare una prova d’esame, tra i quali non va dimenticato quello emotivo e anche un po’ di fortuna. Certo il curricolo e i crediti degli anni precedenti hanno il loro peso. Inoltre, io credo fortemente la valutazione di una persona non può limitarsi al voto d’esame, e sono convinto che anche un 60 per qualche studente può avere valore di un 100 perché ha dato il massimo che lui poteva dare. La scuola deve permettere ad ognuno di esprimere il massimo e anche aiutare ad essere contento non per il numero che ha totalizzato, ma per il traguardo personale che ha raggiunto esprimendo il massimo delle sue potenzialità.

È SODDISFATTO DI COME I RAGAZZI HANNO AFFRONTATO L’ESAME?

Alla luce delle considerazioni precedenti, mi sento di complimentarmi con tutti gli studenti, nessuno escluso, augurando loro il meritato riposo, di custodire un ricordo sereno e positivo della prova che hanno affrontato e, soprattutto, di riuscire a intraprendere nella scelta dell’università quell’indirizzo di studio che avevano in cuore, in modo da esprimere ancora meglio i loro talenti e la loro vocazione.